Giovedì 21 ottobre

Teatro Pietro Aretino ore 14:30 > 18:30
anche in diretta streaming
nella pagina Facebook Rete Teatrale Aretina – Festival dello Spettatore
nel canale Youtube Rete Teatrale Aretina

in collaborazione con il Festival Teatro fra le Generazioni
giornata di studi
SPETTACOLO DAL VIVO E LINGUAGGI DIGITALI un nuovo patto spettatoriale?
Cosa resterà del Teatro 2020? È necessario ridefinire un “patto artista/spettatore” che valorizzi la pluralità e l’ibridazione dei linguaggi? Quali processi di coinvolgimento di un potenziale pubblico nascosto dietro ai device e quali possibilità di distribuzione per un prodotto digitale Di Origine Teatrale?

esperti
Annamaria Monteverdi Università Statale di Milano
Laura Gemini Università di Urbino
Giovanni Boccia Artieri Università di Urbino
Antonio Pizzo Università di Torino

Residenze Artistiche Toscane
Massimo Ferri Presidente Rete Teatrale Aretina
Renzo Boldrini coordinatore RAT

critici e spettatori
Nella Califano Altrevelocità
Walter Porcedda Critico teatrale
Stefano Romagnoli Spettatore professionista
Sara Nocciolini Spettatori Erranti

distribuzione
Fabrizio Trisciani piattaforma ilSonar.it

artisti
All’interno della giornata, artisti e compagnie dei progetti Residenze Digitali, promosso dal Centro di Residenza della Toscana Armunia/CapoTrave, AMAT, Anghiari Dance Hub e del progetto BUGS, promosso da Officine della Cultura, Straligut, Kanterstrasse, Officine Papage, Pilar Ternera, presentano il loro percorso di residenza creativa.

Parcheggio Rossellino ore 19,00
partenza del PULLMAN DELLO SPETTATORE per Terranuova Bracciolini

Auditorium le Fornaci – Terranuova Bracciolini ore 20:00 e ore 21:30
KanterStrasse Teatro
HESS
di Alina Nelega titolo originale “Decalogul dupa Hess” (I Dieci Comandamenti secondo Hess)
traduzione Horia Corneliu Cicortas
con Tazio Torrini
drammaturgia e regia Simone Martini e Tazio Torrini
assistente alla regia Alessio Martinoli
luci Simone Benucci
regia video Blanket studio

Rudolf Hess è stato sodale e ombra di Hitler sin dagli esordi, con lui ha diviso la prigione, la stesura del Mein Kampf e la carriera fino a divenirne vice e successore designato.
Rudolf Hess, misteriosamente e da solo, si paracadutò sulla Scozia nel 1941 per trattare una pace separata col governo britannico. Smentito da entrambi i fronti, fu internato in un manicomio inglese come pazzo.
Rudolf Hess fu condannato, alla fine della II Guerra Mondiale, all’ergastolo e rinchiuso nel carcere berlinese di Spandau, di cui è stato ultimo “occupante” vivendovi in totale solitudine per oltre vent’anni.
Rudolf Hess definito “L’uomo più solo del mondo”, “Il carcerato più costoso della storia” e “Sua Signoria Imprigionata” ha condotto a Spandau una esistenza signorile e sinistra, tra leggende di presenze spettrali, pranzi raffinati, biblioteche nel parco allestite per lui.
Rudolf Hess fu trovato morto il 17 agosto 1987, il giorno della sua scarcerazione. Aveva 93 anni e un cavo elettrico legato intorno alla gola.
Rudolf Hess fu cremato; i suoi resti dispersi per timore che la tomba divenisse teatro di raduni nazisti. Stessa sorte toccò al carcere di  Spandau. Stessa sorte toccò ai segreti che, forse, portava in seno. Fin qui la Storia.

HESS è un testo di fantasia, un immaginario testamento elaborato secondo i principi dei Dieci Comandamenti nell’ultimo giorno di vita di Rudolf Hess.
HESS è un testo difficile perché non è accomodante, non dà risposte preconfezionate, non ‘prende posizione’ e non aiuta a prenderne. Non ci mette di fronte la macchietta del gerarca in uniforme dal piglio isterico e autoritario.
Ci mette di fronte un vecchio amaro e dimesso, un debole, un vinto.
HESS è un testo difficile perché è respingente, a tratti caustico, non cerca ‘approvazione’, sembra scritto con lo scopo di colpire lo spettatore, sferzarlo con passaggi che suonano quasi moralistici.
HESS è un testo difficile  perché è ‘scomodo’ per i giudizi che dà, sulle presunte ‘libertà’ e ‘valori’ con cui avremmo respinto il pericolo di ‘dittature’ e ‘disvalori’. Sono criteri universali o cambiano prospettiva a seconda di chi ha vinto?
HESS non è un testo assolutorio, giustificatorio, apologetico, revisionista.
HESS non parla di nazismo, ma di noi stessi, della parte nera che cova in ognuno di noi. Un testo che, partendo da un personaggio rappresentativo di quanto ci sia di più distante dalle nostre ‘verità’ odierne, ci interroga su cosa sia la ‘verità’ profonda dell’essere umano. Che non è mai riposante.

DA GIOVEDÌ 21 A DOMENICA 24 OTTOBRE
Sala Sant’Ignazio ore 9:00 > 02:00
CSS Teatro stabile di innovazione del FVG –Lugano Arte e Cultura
NEL MEZZO DELL’INFERNO