Venerdì 4 ottobre

Giornata di Studi

ore 10.00 – 13.00, Sala dei Grandi, Campus Universitario del Pionta, Viale Cittadini 33

Amore per i maestri
In un tempo in cui sembra possibile fare a meno dei maestri e la società vuole ridimensionare l’importanza delle figure pedagogiche, sentiamo l’urgenza di mettere al centro della giornata di studi il lavoro intellettuale, alimento della vita sociale e politica, per farci ispirare, per ritrovare e riconoscersi nei maestri del passato e del presente, e assumere responsabilità e consapevolezza nei confronti delle future generazioni.
Rifletteremo con autori e professionisti del teatro e di altre discipline sempre convinti che gli ambiti del sapere in dialogo possono alimentare l’inclinazione dello spirito al senso di libertà (Gustavo Zagrebelsky, Mai più senza maestri, Il Mulino 2019).

Saluti Istituzionali 
Monica Barni, Vicepresidente della Regione Toscana
Patrizia Coletta, Direttore Fondazione Toscana Spettacolo
Massimo Ferri, Presidente Rete Teatrale Aretina

intervengono
Chiara Guidi, regista e attrice Societas
Giuliano Scabia, autore, regista, attore
Silvia Calamai, professore associato di Glottologia e Linguistica Generale, Università di Siena
Andrea Bocconi, scrittore e psicoterapeuta


ore 14.30 – Libreria Feltrinelli

tavola rotonda
Il teatro, un gioco adatto a tutti
in collaborazione con Autismo Arezzo
Alla quarta edizione guardiamo a come il teatro può essere luogo di accoglienza e valorizzazione – sul palco e in platea – di persone con diverse forme di autismo e disabilità intellettiva.

intervengono
Dario D’Ambrosi, autore regista, attore, fondatore del Teatro Patalogico (Roma)
Ettore Caterino, neuropsichiatra infantile e direttore della Rete Autismo – Asl Toscana Sud Est
insieme ad Associazioni, famiglie e docenti del territorio.
Barbara Petrucci, pedagogista clinica, formatrice teatrale Compagnia Diesis Teatrango (Bucine, AR)

moderatore
Andrea Laurenzi, Associazione Autismo Arezzo


ore 17.00 – Teatro Pietro Aretino

Inaugurazione Festival “Meno alti dei pinguini”
progetto promosso da Cooperativa Progetto 5

Per l’edizione 2019 il Festival dello Spettatore condivide alcune delle attività con il Festival “Meno alti dei Pinguini”, promosso dalla Cooperativa Progetto 5. La cultura, l’educazione e la cittadinanza attiva dall’infanzia all’età adulta sono i temi che accomunano i due Festival e che saranno affrontati attraverso incontri, seminari e spettacoli teatrali.


ore 18.00 – Teatro Pietro Aretino

spettacolo
Chiara Guidi
FIABE GIAPPONESI
direzione Chiara Guidi e Vito Matera
con Chiara Guidi, e Francesco Dell’Accio, Francesca Di Serio, Vito Matera
produzione Societas

Tre fiabe dell’antica tradizione giapponese inserite in una rappresentazione che vede i bambini partecipare in prima persona: alcuni sono invitati con Chiara Guidi in scena, altri, seduti in platea, vengono sollecitati, attraverso domande, a un dialogo “filosofico” che intercala i racconti.
dai 7 anni d’età
spettacolo condiviso con “Meno alti dei pinguini”, promosso da cooperativa Progetto 5

 

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a seguire
aperitivo


ore 20.00 – Parcheggio Pietri

Partenza “pullman dello Spettatore” per Le Fornaci, Terranuova Bracciolini

Info&Prenotazioni
tel. 331 7880087
segreteria@reteteatralearetina.it


ore 21.15 – Auditorium Le Fornaci, Terranuova Bracciolini

spettacolo
Marta Cuscunà
LA SEMPLICITA’ INGANNATA
di e con Marta Cuscunà
co-produzione Centrale Fies, Operaestate Festival Veneto
anteprima stagione Kanterstrasse
Satira per attrice e pupazze sul lusso d’esser donne
Seconda tappa del progetto sulle Resistenze femminili in Italia.
 Liberamente ispirato alle opere letterarie di Arcangela Tarabotti e alla vicenda delle Clarisse di Udine.
La semplicità ingannata vuole dare voce alle testimonianze di alcune giovani donne che, già nel Cinquecento, lottarono contro le convenzioni sociali, rivendicando libertà di pensiero e di critica nei confronti dei dogmi della cultura maschile; e soprattutto libertà di inventare un modello femminile alternativo  a quello che da sempre gli uomini appiccicavano addosso all’altra metà dell’umanità. Le monache del Santa Chiara di Udine attuarono una forma di Resistenza davvero unica nel suo genere: trasformarono il convento udinese in uno spazio di contestazione, di dissacrazione dei dogmi religiosi e della cultura maschile con un fervore culturale impensabile per l’universo femminile dell’epoca.

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